Voce, come urlare senza sforzarla: il corso presso lo Studio M2D

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L’urlo è una manifestazione amplificata della voce, un’espressione di uno stato d’animo spesso associabile alla rabbia. Esso può essere utilizzato però anche in ambiti diversi, come ad esempio in fase di recitazione.

Voce urlata: ecco perché è meglio non trattenerla

Quando si hanno difficoltà vocali, istintivamente si tenta di evitare di urlare o di usare toni elevati della voce. L’urlo esprime dunque un’emozione e come tale è bene liberarla e non trattenerla.

In caso contrario infatti si generano inconsapevolmente meccanismi di sforzo.
Con l’utilizzo di specifiche tecniche vocali è possibile utilizzare la voce urlata senza comportare sforzo o traumi alle corde vocali. 

Il corso di voce urlata: come regolare le tecniche vocali

All’interno del corso sarà possibile apprendere come incanalare e gestire al meglio le tecniche vocali.
Come urlare senza sforzare la voce?
E’ questa la domanda che ci siamo prefissi di dare risposta. 

Nel nostro Studio M2D infatti ci occupiamo bene nel dettaglio anche e soprattutto di tutti quei temi che toccano la logopedia.
I punti salienti presenti all’interno del corso saranno i seguenti: 

  • Cenni di anatomofisiologia dell’apparato fonatorio.
  • Respirazione costo-diaframmatoria (qui il nostro articolo sul tema).
  • Tecniche vocali.
  • Verifica della vocalità tramite registrazione digitale (spettrografia vocale) e analisi audiovisiva individuale. 

Durata del corso: 4 ore

Costo del corso: 100 euro/persona

La voce e il computer: un aiuto verso i professionisti

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La voce: cosa è e come viene usata dai professionisti

Nell’ambito della comunicazione umana la voce costituisce l’elemento fondamentale dell’espressione verbale-fonatoria. Ma cosa si intende con il termine voce e che cos’è una bella voce?
La voce è una caratteristica della persona e dal suo timbro possiamo identificare colui che parla o, se si tratta di un estraneo, indovinare la sua età, cultura, regione di provenienza, stato emotivo.

La qualità della voce è fondamentale per i professionisti della parola e ancor più per i cantanti. Quando un vero professionista della voce, esperto della tecnica, ci trascina con lui noi viviamo le sue stesse sensazioni, noi respiriamo insieme a lui, la nostra laringe funziona senza contrazioni. Con il termine voce si indica un prodotto acustico costituito da un suono complesso provocato attivamente dalla laringe in presenza di una corrente respiratoria, normalmente espiratoria. In altri termini “la voce” costituisce quella parte del linguaggio articolato realizzata con la vibrazione delle corde vocali.

Gli strumenti tecnologici in aiuto di una “buona voce”

La voce è un fenomeno multidimensionale, un insieme di componente armonica, rumore ed energia variabile e variamente distribuita per ogni sua componente. Dal punto di vista fisico ogni singola componente può essere 72 I quaderni di scomposta ed analizzata anche numericamente. Esaminando la voce con gli analizzatori, ovvero con apparecchi che permettono di scomporla nei suoi valori di frequenza, si scoprono caratteristiche molto specifiche.

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Il suono emesso è una vibrazione acustica caratterizzata da un volume, una forma, e una coloritura. Il volume si chiama chiama “intensità” e la forma si determina dal tono. Il più grave si chiama “frequenza fondamentale” e rappresenta la frequenza inferiore tra quelle contenute nel suono emesso; è la frequenza di base di vibrazione delle corde vocali.
La coloritura infine è legata alla tessitura delle frequenze sovrapposte, alla presenza e all’intensità delle armoniche che si vanno formando nei risuonatori, cioè nelle cavità poste al disopra della laringe, la principale delle quali è l’orofaringe.
Dalla composizione delle armoniche risulta l’oggetto sonoro che sarà più o meno colorito, più o meno brillante, più o meno scuro. La valutazione del suono, della sua qualità, dipende quindi dai parametri che abbiamo appena elencato.

Un suono di qualità, una volta eseguita l’analisi, si rivela un suono molto ricco di coloritura. La valutazione della qualità resta in ogni caso qualcosa di molto soggettivo e molto individuale, legata alla percezione acustica del risultato finale del fenomeno sonoro. Inoltre la voce è un fenomeno assolutamente individuale, in relazione alle caratteristiche morfologiche degli organi deputati alla sua produzione. Tra questi i principali sono le corde vocali e le cavità di risonanza (tratto vocale).

Le malattie della voce

La qualità della voce può essere perduta a causa di malattie di varia natura o, in particolare nei professionisti della parola e del canto, a causa dell’usura a cui vanno incontro gli organi vocali se sottoposti a sforzi eccessivi. Questi sforzi possono essere causati da un abuso dell’utilizzo del mezzo fonatorio o, più frequentemente, da un suo cattivo impiego.

Il sintomo delle alterazioni dell’apparato vocale è costituito dalla disfonia, ovvero da un’alterazione della voce parlata in senso quantitativo e qualitativo o dall’assenza di voce, definita afonia. I disturbi della voce cantata vengono denominati “disodie”. Poiché la voce è un fenomeno globale, e nella sua produzione coinvolge l’individuo totalmente, possono influire su di essa tutti quei fenomeni che alterano l’equilibrio psico-fisico dell’individuo stesso, quali alterazioni dello stato emotivo, stress, stanchezza, alterazioni del ritmo sonno-veglia, alterazioni posturali. Secondo “Segre” le disfonie vanno classificate in disfonie da lesioni organiche e disfonie da alterazioni funzionali.

Disfonie croniche vocali

Nell’ambito delle disfonia da lesioni organiche ricordiamo le forme infiammatorie acute e croniche (laringiti acute e croniche), le disfonie post traumi laringo – cervicali, le disfonie da alterazioni embrionali (glottide palmata, solco cordale, ipoplasie cordali congenite), le disfonie da paralisi laringee (nella miastenia gravis, nelle lesioni nervose), le disfonie da neoformazioni laringee benigne (polipi, cisti, papillomi, etc.) e maligne. Inoltre vanno ricordale le disfonie di origine ormonale o causate da alterazioni del sistema nervoso centrale.

Nell’ambito delle disfonie da alterazioni funzionali ricordiamo: la disfonia cronica infantile, le disfonie psicogene, la disfonie ipocinetiche, ipercinetiche, la disfonia spastica, le disfonie professionali, le disfonie sopravvenute nel corso di disturbi della muta vocale, etc. Esistono inoltre le disfonie originate da cause miste tra le quali ricordiamo i noduli.

Come si valuta la qualità della voce

La valutazione percettiva della qualità vocale è uno degli argomenti più trattati in campo foniatrico ed ha dato luogo a studi in tutto il mondo, non sempre univoci. Tali approcci valutativi morfologici o percettivo- soggettivi sono spesso imprecisi e variabili da soggetto a soggetto. Da esaminatore ad esaminatore, sulla base delle singole interpretazioni o dell’esperienza raggiunta nel campo specifico. Pertanto appare necessario, nell’ambito dello studio dell’analisi vocale in campo clinico, integrare la valutazione percettiva con analisi oggettive.

Attualmente solo la “voce” è studiata in maniera abbastanza completa, con valutazione integrata percettiva/oggettiva effettuata grazie alla spettrografia vocale digitale associata allo studio multiparametrico MDVP (multi dimentional voice program). Il programma MDVP produce una rappresentazione grafica di 22 parametri della voce (frequenza fondamentale e sue derivate, energia del rumore e delle armoniche, variazioni di ampiezza e sue derivate, numerosità dei tratti sordi, etc.).

Il grafico radiale, normalizzato con i valori di una base di dati di voci normali, avrà un aspetto regolare e comunque sarà contenuto all’interno di un cerchio di soglia, mentre valori patologici si porranno all’esterno del cerchio citato. Tutta la produzione verbale (linguaggio parlato, lettura, etc.) è valutata in maniera percettiva con tutti i limiti che abbiamo già rappresentato. Vi è inoltre da segnalare che i metodi di valutazione e i parametri oggettivi presi in esame variano da una clinica all’altra. Questo perché non esistono a oggi metodi standard universalmente riconosciuti per la valutazione obiettiva della qualità della voce.

Equilibrio mimico-vocale: come si gestisce e si controlla

equilibrio mimico-vocale

Per un qualsiasi attore teatrale riuscire a passare dal palcoscenico allo schermo è più difficile di quanto si possa pensare. Una “barriera” dovuta essenzialmente non all’interpretazione del personaggio, quanto piuttosto all’equilibrio mimico-vocale. 

Equilibrio mimico-vocale: come cambia l’interpretazione del personaggio
La differenza sostanziale che persiste tra i diversi set che riguardano la figura dell’attore porta ad un atteggiamento differente. Il tutto è causato principalmente da differenze spazio-dimensionali tra i due ambienti performativi. In sostanza, ciò che accade su un grande palco deve adesso essere riportato in uno spazio ben più piccolo e definito.
Per questo un buon attore deve essere in grado di rivisitare il suo personaggio. Prerogativa imprescindibile è quella di ridimensionare quella teatralità che risulterebbe eccessiva in video e ancor più, in primo piano.

Al di là dell’estetica, la funzionalità di un primo piano è legata alla capacità dell’attore di controllare i “micromovimenti” del volto.
Anatomicamente parte della muscolatura intrinseca della testa è costituita dai muscoli pellicciai, vale a dire da esili “fascetti” muscolari denominati “mimici”. Composti da nervi cranici, la loro sinergia, sia essa intenzionale oppure istintiva, è espressione di momenti emozionali imprescindibili per la comunicazione.
Nello specifico arcate sopraccigliari, zigomi, labbra, lingua e mento, rappresentano quelle strutture che, se mal gestite, possono alterare l’intenzione comunicativa nonché la funzionalità di quell’atto scenico.

Micromovimenti del volto: come deve lavorare un attore
Premettendo che in video ogni movimento è amplificato, l’attore deve effettuare un lavoro di “pulitura degli eccessi” evitando di sovraccaricare momenti scenici. Infatti è mal comune o credenza sbagliata quella di operare in tale maniera con la convinzione di “arrivare” maggiormente al pubblico.
Spesso e volentieri anche la mancata consapevolezza nella gestione dell’organo vocale può creare un dislivello nel messaggio che si vuole comunicare attraverso le parole.

Quali sono le cattive abitudini che portano ad un mancato equilibrio mimico-vocale
Potrebbe sembrare strano come abitudini viziate infantili quali l’uso del succhiotto e del biberon, succhiamento del dito, bruxismo possano aver alterato il funzionamento fisiologico delle strutture implicate. Si rischia così di provocare delle occlusioni dentarie sbagliate, asimmetrie o sincinesie trascinate fino all’età adulta e fortemente evidenti allo schermo.

Un esempio lampante è la celebre “scena dell’assassinio sotto la doccia” del film Psycho di Alfred Hitchcock. Pensiamo quale reazione ci avrebbe suscitato quella scena se l’attrice protagonista, Janet Leigh, avesse perso il controllo del sopracciglio proprio nei secondi del “close up” determinante la sua morte. Proprio per evitare casi di questo genere si evidenzia la necessità di una figura professionale che individui consuetudini scorrette cercando di rimettere ogni tassello al posto giusto.

Equilibrio mimico-vocale: come si raggiunge con la riabilitazione logopedica 
Attraverso la riabilitazione logopedica è possibile educare l’attore a prendere consapevolezza di sé e far si che esso sviluppi un controllo “propriocettivo” tale da rieducare, autonomamente, quei movimenti disfunzionali. Il compromesso perfetto perché si possano raggiungere in breve tempo gli obiettivi prefissati e i risultati desiderati risiede nelle capacità empatiche e professionali del terapista, unite alla dedizione e alla costanza del paziente.
Il successo ottenuto mediante un trattamento finalizzato all’adempimento delle esigenze individuali dell’attore e della sua performance rappresenta un dato oggettivo. Attraverso questo è possibile affermare che esistono terapie “efficaci efficienti ed economiche”.

La terapia 
Presso il nostro studio M2D ogni terapia si concentra su questo concetto e lo identifica come principio primo e fino ultimo del lavoro effettuato. Non a caso la presa in carico di pazienti che operano in campo artistico prevede come step valutativo iniziale, la registrazione audio/ video di un brano di lettura standardizzato secondo parametri definiti.
Ciò è utile a confrontare e verificare la situazione di partenza, intermedia e finale del trattamento. Inoltre funge da oggettiva lente di ingrandimento per il terapista e per il paziente stesso dei cambiamenti e dei progressi ottenuti.

I disturbi della voce: quali sono e come curarli

I disturbi della voce

I disturbi della voce sono generalmente sottovalutati e si richiede l’intervento del Medico Specialista (ORLFoniatra). Quando i problemi perdurano nel tempo ed hanno già prodotto danni, spesso organici (noduli, polipi, etc.).

I sintomi precoci indicativi dei disturbi della voce a cui prestare attenzione sono la fonoastenia, ovvero il cambiamento della propria voce durante l’arco della giornata. La sensazione è quella di mancanza d’aria. La necessità di schiarire frequentemente la voce stessa, senso di tensione e/o dolore è a carico del collo.
Possono presentarsi dei dolori irradiati alle spalle, come tosse e raucedini. Episodi di assenza vocale (afonia) con una certa difficoltà di recupero. Una sensazione di inadeguatezza del proprio volume vocale, difficoltà a raggiungere estensioni vocali prima confortevoli (nell’ambito del canto anche dilettantistico), difficoltà ad ingoiare (disfagia).

La voce è un importante strumento di comunicazione in generale e in particolare per tutti coloro i quali ne fanno un uso professionale. Per queste figure è ancor più prioritario necessario effettuare una diagnostica precoce molto accurata volta al recupero in tempi brevi dell’efficacia e dell’efficienza vocale. La tecnologia moderna permette un’analisi vocale molto dettagliata che consistente nello studio endoscopico mediante una strumentazione accurata. Fibre ottiche della laringe e delle corde vocali e nello studio dell’emissione vocale ottenuta tramite registrazione microfonica digitale con l’utilizzo di programmi specifici.

La moderna diagnostica permette di affrontare la risoluzione del problema sia dal punto di vista medico riabilitativo. Nel secondo caso va ricordato che la voce non vive di esistenza propria ma, essendo un comportamento correlato, andranno acquisiti ed allenati secondo un ordine specifico.