Per un qualsiasi attore teatrale riuscire a passare dal palcoscenico allo schermo è più difficile di quanto si possa pensare. Una “barriera” dovuta essenzialmente non all’interpretazione del personaggio, quanto piuttosto all’equilibrio mimico-vocale.
Equilibrio mimico-vocale: come cambia l’interpretazione del personaggio
La differenza sostanziale che persiste tra i diversi set che riguardano la figura dell’attore porta ad un atteggiamento differente. Il tutto è causato principalmente da differenze spazio-dimensionali tra i due ambienti performativi. In sostanza, ciò che accade su un grande palco deve adesso essere riportato in uno spazio ben più piccolo e definito.
Per questo un buon attore deve essere in grado di rivisitare il suo personaggio. Prerogativa imprescindibile è quella di ridimensionare quella teatralità che risulterebbe eccessiva in video e ancor più, in primo piano.
Al di là dell’estetica, la funzionalità di un primo piano è legata alla capacità dell’attore di controllare i “micromovimenti” del volto.
Anatomicamente parte della muscolatura intrinseca della testa è costituita dai muscoli pellicciai, vale a dire da esili “fascetti” muscolari denominati “mimici”. Composti da nervi cranici, la loro sinergia, sia essa intenzionale oppure istintiva, è espressione di momenti emozionali imprescindibili per la comunicazione.
Nello specifico arcate sopraccigliari, zigomi, labbra, lingua e mento, rappresentano quelle strutture che, se mal gestite, possono alterare l’intenzione comunicativa nonché la funzionalità di quell’atto scenico.
Micromovimenti del volto: come deve lavorare un attore
Premettendo che in video ogni movimento è amplificato, l’attore deve effettuare un lavoro di “pulitura degli eccessi” evitando di sovraccaricare momenti scenici. Infatti è mal comune o credenza sbagliata quella di operare in tale maniera con la convinzione di “arrivare” maggiormente al pubblico.
Spesso e volentieri anche la mancata consapevolezza nella gestione dell’organo vocale può creare un dislivello nel messaggio che si vuole comunicare attraverso le parole.
Quali sono le cattive abitudini che portano ad un mancato equilibrio mimico-vocale
Potrebbe sembrare strano come abitudini viziate infantili quali l’uso del succhiotto e del biberon, succhiamento del dito, bruxismo possano aver alterato il funzionamento fisiologico delle strutture implicate. Si rischia così di provocare delle occlusioni dentarie sbagliate, asimmetrie o sincinesie trascinate fino all’età adulta e fortemente evidenti allo schermo.
Un esempio lampante è la celebre “scena dell’assassinio sotto la doccia” del film Psycho di Alfred Hitchcock. Pensiamo quale reazione ci avrebbe suscitato quella scena se l’attrice protagonista, Janet Leigh, avesse perso il controllo del sopracciglio proprio nei secondi del “close up” determinante la sua morte. Proprio per evitare casi di questo genere si evidenzia la necessità di una figura professionale che individui consuetudini scorrette cercando di rimettere ogni tassello al posto giusto.